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Sintomi e rimedi

Cos’è la Toxoplasmosi

Cos’è la Toxoplasmosi

Tempo di lettura 6 minuti

La Toxoplasmosi è una malattia parassitaria spesso asintomatica che può essere contratta inconsapevolmente tra le donne gravide e che può provocare gravi danni al feto o indurre addirittura all’aborto. Per scoprire come prevenire l’insorgenza di questa malattia e sapere cosa fare in caso contagio leggi la nostra guida.

Nel dettaglio tratteremo:

1.  Cos’è la Toxoplasmosi

Si tratta di una malattia di tipo parassitario dovuta al Toxoplasma gondii.  Se questa infezione colpisce un/a uomo/donna adulto/a non comporta generalmente particolari sintomi, ma si manifesta solo una lieve malattia simil-influenzale. La patologia può a volte portare linfoadenopatia o dolori muscolari per circa 2-8 settimane e ancora più raramente può provocare sintomi legati agli occhi.

Sono i soggetti immunodepressi che rischiano di subire conseguenze più gravi con la comparsa della malattia. In alcuni casi possono infatti verificarsi sintomi come convulsioni e difficoltà nella coordinazione.

Se invece l’infezione viene contratta durante la gravidanza, il bambino una volta nato potrebbe avere la cosiddetta toxoplasmosi congenita e rimanere compromesso in modo irreversibilmente.

La toxoplasmosi si diffonde difficilmente tramite trasfusioni sanguigne perchè il parassita causa della malattia si riproduce soprattutto tra i gatti e tra tutti gli animali a sangue caldo. Il modo migliore per prevenire il contagio è quindi porre particolare attenzione alla dieta e all’igiene.

Per aver riconosciuto questo disturbo serve fare della analisi del sangue per controllare gli anticorpi. Tra le persone che non presentano sintomi non è richiesto alcun tipo di trattamento ma se preso durante la gravidanza vanno utilizzati farmaci appositi come la spiramicina e l’acido folico.

Statisticamente è dimostrato che a livello mondiale, almeno tra i paesi del primo mondo, quasi metà della popolazione è infetta da Toxoplasma gondii senza alcuna sintomatologia e conseguentemente ogni anno vengono diagnosticati circa 200.000 casi di toxoplasmosi congenita. 

Seppur quindi priva di conseguenze, per la maggior parte dei casi, è importante conoscere questa malattia e saperla trattare in caso di gravidanza.

2. Le cause principali di insorgenza

Il Toxoplasma gondii è un protozoo dotato di un complesso apicale molto sviluppato capace, attraverso una specie di trapano, di aprirsi un varco nella membrana cellulare e di riprodursi. L’ospite per eccellenza di questo parassita è il gatto ma può essere “accolto” anche da uccelli, mosche e vermi (tutti animali a sangue caldo). Ovviamente anche l’uomo può diventare un ospite e, in caso di gravidanza, la toxoplasmosi può causare ritardi mentali al feto o provocare addirittura l’aborto.

Il gatto domestico può prendere il parassita attraverso anche gli altri animali, ingerendo ad esempio un uccello o un lombrico infetto e contagiare poi a sua volta il proprio padrone o in generale chi gli sta a contatto. 

Ma come si trasmette all’uomo a partire dall’animale? Il parassita è insito nelle feci del gatto che una volta emesse possono contagiare l’uomo attraverso il semplice contatto.

 

TOXOPLASMOSI CAUSE

3. I sintomi più comuni

Una volta contratta la malattia serve aspettare da una settimana a un mese per veder emergere dei sintomi. Nelle persone immunocompetenti non si manifestano mai perché il sistema immunitario è in grado di contrastare la patologia.

Nei soggetti immunodepressi invece i sintomi evidenti sono numerosi e possono essere piuttosto gravi. La malattia colpisce reni, fegato, ossa, polmoni, sistema nervoso e occhi e può  provocare febbre bassa, astenia ed esantemi.

Come già anticipato in caso di gravidanza la toxoplasmosi può contagiare anche il feto tramite la placenta e causare in alcuni casi malformazioni o la morte in utero del feto.

4. Gli alimenti causa della Toxoplasmosi

La carne animale può essere un conduttore del parassita. Mangiando della carne infetta, soprattutto se cruda, si può contrarre la toxoplasmosi.

Se si mangia cibo crudo o poco cotto, oppure latte crudo contenente tachizoiti, si contrae il parassita

La trasmissione avviene quindi per esposizione orale alle feci di gatti infetti, tra madre e figlio in caso di gravidanza e più raramente per trapianto di organi o emotrasfusioni da donatori affetti da toxoplasmosi.

La modalità di contagio più frequente è però quella oro-fecale che si verifica in caso di: ingestione di carne cruda, l’ingestione di frutta o verdura non lavate o l’ingestione involontaria di residui fecali di gatto.

 

TOXOPLASMOSI CIBI INFETTI

5. Come prevenire la Toxoplasmosi

Per prevenire il contagio di toxoplasmosi serve anzitutto consumare esclusivamente carni cotte e seguire le norme igieniche basilari come lavarsi le mani prima e dopo i pasti e non toccare occhi e bocca a seguito di lavori manuali (come giardinaggio o pulizia della lettiera).

Le carni a cui bisogna far attenzione e che vanno quindi cotte con cura sono la salsiccia fresca, il carpaccio e gli insaccati in generale (accertatevi sempre dell’origine della carne che andate a consumare).

Bisogna evitare anche di bere latte crudo, si consiglia quindi di cuocerlo prima di consumarlo, e prima di mangiare frutta e verdura serve lavarle benissimo perchè sono spesso a contatto con mosche e insetti potenzialmente infetti.

In caso di viaggi all’estero, con riferimento in particolare ai Paesi in via di sviluppo, per prevenire il contagio state attenti anche all’acqua che bevete e in generale curate le condizioni igieniche.

Se si ha un gatto, per evitare di aver trasmesso il parassita, basta cambiare spesso la lettiera con addosso guanti in gomma usa e getta. Questa stessa operazione deve essere eseguita quando si fanno operazioni di giardinaggio e si sta a contatto col terreno.

6. La dieta più adatta

Per le donne incinte c’è una dieta specifica in grado di prevenire la toxoplasmosi che tutela il feto dal contagio.

La toxoplasmosi congenita contratta nelle prime settimane di gestazione è molto rischiosa perché può provocare la morte fetale o, in caso di sopravvivenza, deficit neurologici e neurocognitivi per il bambino.

Se prima della gravidanza la madre ha già contratto la toxoplasmosi il rischio di un nuovo contagio è molto basso, ma nel caso in cui non sia mai stata malata, una buona dieta può prevenirne l’insorgenza. 

Le regole per una buona e sicura alimentazione sono poche e semplici:

  • scegliere solo cibi “sicuri” di cui si conosce quindi la provenienza;
  • pulire sempre bene i cibi;
  • NON pulire la lettiera del gatto.

 

TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA

 

Ulteriori precauzioni che si possono adottare per ridurre il rischio di contagio sono:

  • escludere il consumo di carne cruda (tartare o sushi ad esempio);
  • lavare frutta e verdura;
  • cuocere molto le pietanze;
  • evitare il contatto con insetti e mosche (non lasciare che si poggino sul cibo ad esempio);
  • non toccare bocca e occhi dopo aver maneggiato carne cruda o lettiera del gatto;
  • usare guanti in lattice per la proteggere delle mani e della bocca;
  • pulire spesso le superfici su cui si lavora il cibo;
  • non bere mai acqua non potabile;
  • cuocere anche gli ortaggi a cespo;
  • prediligere solo carne allevata;
  • abbattere la temperatura della carne tramite congelamento;
  • consumare solo latte confezionato;
  • non mangiare formaggi prodotti da latte crudo;
  • evitare tutte le carni a lunga conservazione (come insaccati e salsiccia o salame);
  • evitare le carne affumicate.

7. I rimedi per la Toxoplasmosi

Anche se la toxoplasmosi non comporta particolare sintomi, in caso di gravidanza occorre trattare il problema attraverso specifici antibioticiTra i farmaci più usati c’è la spiramicina ma è possibile ricorrere anche ad altri prodotti capaci di contrastare lo sviluppo della malattia. Se diagnosticata e trattata in tempo è probabile che il bambino non subisca alcun danno. Per far ciò basta effettuare, prima di provare a rimanere incinte, il Toxo-test che evidenzia la presenza degli anticorpi per la toxoplasmosi e rivela il grado di suscettibilità alla malattia. Questo test può essere effettuato anche nelle prime otto settimane di gestazione.Per trattare la malattia, gli antibiotici e gli antimalarici sono senza dubbio i farmaci più adatti. Per curare una toxoplasmosi sintomatica si consiglia di impiegare:

  • la pirimetamina, un farmaco impiegato generalmente in terapia per la cura della malaria; 
  • la sulfadiazina;
  • la clindamicina, un antibiotico specificatamente impiegato per la toxoplasmosi; 
  • l’azitromicina appartenente alla classe dei macrolidi; 
  • la claritromicina;
  • il leucovorin, ossia l’acido folinico indispensabile per il corretto sviluppo del feto;
  • la spiramicina, l’antibiotico da adottare in gravidanza;
  • il sulfametoxazolo + trimetoprim, indicati per il trattamento oculare.

8. La Toxoplasmosi in gravidanza

Se una donna incinta viene infettata nelle prime settimane di gravidanza e non prima, la placenta fa da protezione per il feto e impedisce la trasmissione della malattia al feto. Ma se la toxoplasmosi viene contratta prima i rischi per il feto sono molto gravi e ad alta probabilità. 

Le conseguenze principali, come già detto, sono l’aborto o l’insorgenza di ritardi mentali per il bambino.

Nel primo trimestre le probabilità di contagio da mamma e feto sono solo del 5/15% ma aumentano col progredire della gestazione (raggiungono circa il 20/40% nel secondo trimestre e il 50/60% nel terzo).

Il feto quindi  rischia di subire lesioni cerebrali e oculari solo se la trasmissione della malattia avviene nella prima metà della gravidanza (se contratta alla fine non provoca quasi mai danni evidenti).

Sfortunatamente solo il 5-10% dei bambini affetti da toxoplasmosi congenita non presenta sintomi gravi, che se anche non si manifestano nell’immediato, emergono nel corso degli anni soprattutto a livello oculare.

Occorre insomma monitorare lo stato di salute della donna prima e durante la gravidanza e ricordare che superato il primo trimestre il rischio di contagio per il feto aumenta via via che la placenta si sviluppa e che più avanti viene contratta la malattia meno sono i danni da essa indotti.

 

 

Cosa ricordare quando si parla di Toxoplasmosi:

Si tratta di una malattia di tipo parassitario dovuta al Toxoplasma gondii. Se questa infezione colpisce un/a uomo/donna adulto/a non comporta generalmente particolari sintomi, ma si manifesta solo una lieve malattia simil-influenzale.

Nei soggetti immunodepressi invece i sintomi evidenti sono numerosi e possono essere piuttosto gravi. La malattia colpisce reni, fegato, ossa, polmoni, sistema nervoso e occhi e può  provocare febbre bassa, astenia ed esantemi.

Per ridurre il rischio di contagio bisogna escludere il consumo di carne cruda (tartare o sushi ad esempio); lavare frutta e verdura; cuocere molto le pietanze; evitare il contatto con insetti e mosche (non lasciare che si poggino sul cibo ad esempio); non toccare bocca e occhi dopo aver maneggiato carne cruda o lettiera del gatto; usare guanti in lattice per la proteggere delle mani e della bocca; pulire spesso le superfici su cui si lavora il cibo; non bere mai acqua non potabile; cuocere anche gli ortaggi a cespo; prediligere solo carne allevata; abbattere la temperatura della carne tramite congelamento; consumare solo latte confezionato; non mangiare formaggi prodotti da latte crudo; evitare tutte le carni a lunga conservazione (come insaccati e salsiccia o salame); evitare le carne affumicate.

Tra le donne gravide il rischio di contagio riguarda il feto e bisogna quindi monitorare la situazione affinché non si verifichino aborti spontanei o il bambino non subisca danni cerebrali od oculari.

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Le domande più frequenti sulla Toxoplasmosi

Cos’è la Toxoplasmosi?

Una malattia parassitica generalmente asintomatica che però può indurre problemi in gravida o in caso di immunodepressione.

Come si manifesta?

Non esistono sintomi specifici o evidenti, ma in caso di manifestazione la malattia ha sembianze semi-influenzali.

Viene trasmessa dai gatti?

Si, può essere trasmette indirettamente dai gatti tramite le loro feci dove risiede il parassita.

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